Cornamusa in San Luca

Cornamusa in San Luca

Cornamusa: uno strumento antico

Treccani riporta:
cornamusa
 Strumento popolare a fiato ad ancia, noto nella forma attuale fin dal Medioevo. È costituita da una sacca di pelle di pecora alla quale sono collegati una canna corta o un soffietto per l’insufflazione dell’aria e una o più canne sonore, ad ancia semplice o doppia. Uno dei tubi è munito di fori digitali e serve per eseguire la melodia; gli altri sono a intonazione fissa e fungono da accompagnamento, o bordone. È diffusa tuttora in molte regioni d’Europa, dalla Romania all’Irlanda e soprattutto nelle isole britanniche, dove ha avuto un peso notevole nella musica popolare e militare ed è considerata, specie in Scozia (con il nome di bagpipe), uno strumento nazionale. In Italia è diffusa specialmente in CalabriaAbruzzoCiociariaSicilia e si identifica spesso con la zampogna.

Anticamente questo strumento era lo strumento del popolo per eccellenza, accompagnava i momenti lieti e tristi della comunità agro-pastorale, inoltre annovera una vasta tradizione musicale sia sacra che profana, ben documentata fin dal Medioevo.

La cornamusa scozzese che qui viene suonata, rappresenta l’anima più profonda della Scozia che ha assunto la cornamusa come strumento per eccellenza, interprete non solo della musica da danza, (ceol beg) ma di una musica tutta sua detta semplicemente “musica per cornamusa” (pibroch).

Il suono della cornamusa un pomeriggio in chiesa


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